giovedì 5 agosto 2010

Avant Window Navigator: la barra in stile MacOSX

Dopo aver parlato dell'utilissima applicazione Gnome-Do che permette, se lo si desidera, di avere una barra di navigazione stile MacOSX, ora vediamo come è possibile ottenere la medesima cosa senza installare la pur pesante applicazione per Gnome.

Avant Window Navigator (AWN) è disponibile sui repository di Linux Mint 9. Per installarla basta quindi lanciare Synaptic, selezionarla e applicare, oppure da terminale:

sudo apt-get install avant-window-navigator

Dopo aver finito l'installazione potete lanciare la nuova barra in due modi:

  • attraverso il menù di mint: Applicazioni ⇒ Accessori ⇒ Avant Window Navigator
  • oppure attivando il Gnome Panel Launcher premendo Alt+F2 e digitando avant-window-navigator.

Le possibilità di questa barra sono molte. Basta andare sulle preferenze per rendersi conto che è possibile davvero fare di tutto, come cambiare aspetto alla barra, cambiare l'animazione delle icone, cambiare il tema, ecc... ecc...



Per aggiungere i programmi ci sono due possibilità:
  • attraverso Preferenze ⇒ Task Manager ⇒ Aggiungi
  • oppure dalla finestra Task Manager fare drag'n'drop con i programmi presenti sul menù

Per inserire il menù, il navigatore di desktop, l'area di notifica, ecc... ecc... andare su Preferenze ⇒ Applets. Dalla lista degli Applets disponibili trascinare nella barra in basso quello o quelli che vi interessano.


In ultimo, possiamo sbarazzarci dei pannelli di gnome lanciando gconf-editor da terminale, oppure premendo Alt+F2 oppure attraverso Applicazioni ⇒ Strumenti di sistema ⇒ Editor della configurazione.

Nella struttura ad albero sulla sinistra della finestra andate su desktop >> gnome >> session >> required_components.

Alla voce panel ci sarà come valore gnome-panel. Doppio click per modificarlo. Cancellate gnome-panel scrivete avant-window-navigator. Riavviate e il gioco è fatto.

ATTENZIONE: non dimenticate PRIMA di rimuovere il gnome-panel di inserire nella barra tutto il necessario per un funzionamento minimo grafico: essenziali sicuramente il menù e l'area di notifica.


Links:

AVW - Project

Installazione su Ubuntu

oskarnrk.net - Rimuovere tutti i pannelli di Gnome

mercoledì 30 giugno 2010

Attivare i sensori temperatura della CPU

Il rilevamento e l'attivazione dei sensori di temperatura della CPU è un problema di facile soluzione.

Come prima cosa installiamo i driver per rilevare i sensori, apriamo il terminale e digitiamo:

sudo apt-get install lm-sensors sensors-applet

dopo aver inserito la password verranno installati in successione i driver ed un applet che permettono la lettura della temperatura.

A questo punto non ci rimane che attivare i sensori. Digitiamo:

sudo sensors-detect

e rispondiamo a tutte le domande y (yes). Quello che fa il pc in questo caso non è altro che rilevare i sensori della CPU e scrivere nel kernel all'interno del file /etc/modules quali sono i sensori della temperatura.

Riavviamo il pc e dal menù apriamo strumenti di sistemasensor viewer ed il gioco è fatto!

lunedì 21 giugno 2010

Repository: dove, quando e perchè

Tutto il sistema di installazione e gestione dei pacchetti su Linux Mint si basa sui repository. Ovviamente questo concetto esiste da quando esiste Linux. Infatti, tutte le distribuzioni gestiscono ormai i propri pacchetti quasi esclusovamente attraverso l'uso di questi "magazzini virtuali".

Per chi non avesse mai sentito parlare di repository gli basti digitare da terminale

sudo apt-get update

per vedere come Aptitude (conosciuto come APT - Advanced Packaging Tool) aggiorni le proprie liste di indirizzi disponibili. Questi indirizzi, se non sono stati modificati dall'utente, sono gli indirizzi di default inseriti dagli sviluppatori di Mint.

Come si sa, Linux Mint si "appoggia" ai repository di Ubuntu: ciò significa che i pacchetti installati non sono altro che i pacchetti creati per Ubuntu. Inoltre, per completezza, le estensioni utilizzate dai sistemi Debian derivati (Ubuntu, Mint, ...) sono tutte uguali e chiamate .deb (l'altra grande fetta di pacchetti hanno estensione .rpm per tutti quei sistemi derivati Red Hat, tipo Fedora).

Qualora non si trovassero pacchetti con estensione .deb è sempre possibile crearne di compatibili a partire da un .rpm attraverso l'uso di alien:

sudo alien -c nome_pacchetto.rpm

Questo comando creerà un paccheto identico al precedente ma con estensione .deb.

Ma come si imstallano i programmi su una macchima Linux? Non di certo cercando i pacchetti uno per uno e risolvendo tutte le dipendenze a mano (come si faceva tanto tanto tempo fa!). Oggi ci viene in aiuto il programma di gestione pacchetti: Synaptic, per i sistemi Debian derivati. Questo programma fa il lavoro sporco: cerca i pacchetti, risolve le dipendenze e installa i pacchetti. Ovviamente si occupa anche degli aggiornamenti.

Ma come lavora Synaptic? Da dove prende le liste pacchetti? Come gestisce gli aggiornamenti?

Eccoci finalmente ai repository!

ATTENZIONE: Le procedure che seguono sono particolarmente pericolose per la stabilità del sistema operativo. Procedete con cautela!

Linux Mint memorizza i repository in due modi:

1) attraverso il file source.list che si trova in /etc/apt/

2) attraverso file di indirizzi PPA (Personal Package Archive)

Nel primo caso, una volta lanciato il comando

sudo apt-get update

Aptitude scorrerà la lista degli indirizzi memorizzati nel file sources.list per verificarne l'effettiva funzionalità.

Possiamo sempre modificare la lista aggiungendo righe di indirizzi o commentando con # all'inizio della riga di indirizzo.

Come si nota aprendo il file:

sudo gedit /etc/apt/sources.list

negli indirizzi è indicata la versione di Ubuntu alla quale si fa riferimento.

Per quel che riguarda PPA il discorso è diverso. Quando si importano repository attraverso

sudo add-apt-repository ppa:user/ppa-name


dove user/ppa-name ovviamente deve essere sostituito con il PPA che ci interessa.

Questo crea un file all'interno di /etc/apt/sources.list.d/ con estensione .list nel quale sono contenute tutte le informazioni riguardante quel determinato repository: indirizzo, versione della distribuzione e estensione dei pacchetti. Tutto in un unico file. L'indirizzo del repository e la chiave di autenticazione (segnatura gpg) sono importate automaticamente. Per quanto riguarda la versione questa viene aggiunta in base a quella del sistema in uso.

Ovviamente anche questo file è modificabile e basterà aprirlo con un qualsiasi editor di testo per apportare le nostre modifiche (questo risulta particolarmente utile quando il repository appartiene ad una versione Ubuntu precedente alla nostra e bisogna intervenire a kano per cambiarne il nome).

Infine due parole sulla chiave di segnatura GPG (GNU Privacy Guard): questo programma permette di verificare e autenticare i pacchetti contenuti nel repository PPA attraverso il riconoscimento di una chiave unica criptata. In generale, la chiave si può aggiungere manualmente (si è obbligati nel caso di modifica del file sources.list) attraverso la riga di comando

sudo apt-key adv --keyserver keyserver.ubuntu.com --recv-keys signing_key

dove signing_key viene sostituita dalla chiave del PPA che ci interessa.

domenica 20 giugno 2010

Pulire LinuxMint

APT (Advanced Packaging Tool) è il gestore dei pacchetti presente sui sistemi a base Debian.

Chi come me, spesso installa e rimuove programmi di ogni tipo (solo per testare la velocità di scaricamento di un nuovo peer client o qualche giochetto FSP) incapperà di certo nell'amara constatazione di aver bruciato quasi tutto lo spazio disponibile nella partizione riservata alla nostra distribuzione preferita. Apt non è la soluzione finale a questo problema ma aiuta di certo a tenere tutto il sistema il più snello possibile e ci da la possibilità di disfarci di vecchie librerie e pacchetti obsoleti. Con questo programma e le sue varie interfacce grafiche (Synaptic, Adept, etc.) è possibile installare e rimuovere software e aggiornare un intera distribuzione.

In questa guida utilizzeremo la forza di APT assieme a quella di altri geniali programmi; infine illustrerò delle pipe ideali per la pulizia dei file di configurazione.

Illustriamo brevemente le principali mansioni che svolge apt-get da riga di comando:

sudo apt-get update

Risincronizza la lista dei pacchetti con i server della distribuzione.

sudo apt-get install nomepacchetto

Ci permette di installare uno specifico pacchetto; il programma automaticamente trascinerà nell'installazione tutte le dipendenze necessarie.

sudo apt-get upgrade

Installa le versioni più aggiornate di tutti i pacchetti presenti nel sistema.

sudo apt-get dist-upgrade

Dipende dalla distribuzione. In generale funziona come "apt-get upgrade" elettivamente per i pacchetti più importanti.



Vediamo inoltre nello specifico i principali comandi per la rimozione di pacchetti e la pulizia della cache:

sudo apt-get remove nomepacchetto

Rimuove uno specifico pacchetto

sudo apt-get remove --purge nomepacchetto

Rimuove il pacchetto e il suo file di configurazione (cartella /etc )

sudo apt-get autoremove

Rimuove tutti i pacchetti che erano stati installati in precedenza e che ora non sono più necessari. Il comando è di solito suggerito dal sistema stesso.

sudo apt-get autoclean

rimuove tutti i pacchetti contenuti in /var/cache/apt/archives e in /var/cache/apt/archives/partial (eccezione fatta per i file di lock)

sudo apt-get clean

rimuove tutti i pacchetti che non possono più essere scaricati, perché ormai rimossi dai repository.

Gli ultimi 5 comandi danno una bella sfoltita a tutta l'installazione ma si può fare un piccolo passo avanti e unire le capacità di apt-get con quelle di deborphan.

Deborphan è un piccolo programma presente nei repository sia di LinuxMint che di Ubuntu. Lanciato da riga di comando mostra un elenco di librerie 'orfane', cioè non più nominate da nessun altro pacchetto e quindi non necessarie. Mentre se passiamo il risultato del comando ad apt-get (utilizzando i backtick che reindirizzano il risultato di un comando in un altro), quest'ultimo rintraccia il pacchetto e lo elimina.

L'operazione va però eseguita più volte.

sudo apt-get remove --purge `deborphan`



sudo apt-get remove --purge `deborphan --libdev`

rimuove anche le librerie di sviluppo



Oltre ai comandi sopra elencati ne suggerisco altri 3 per chi come me è ossessionato dall'ordine e dalla pulizia.

(1) Debfoster: è un programma che tiene traccia di tutti i pacchetti installati. Durante la prima esecuzione chiede all'utente - pacchetto per pacchetto - se intende mantenerlo o no. Per ognuno indica le eventuali dipendenze. In generale è utile per rendere più snello un sistema dopo un upgrade di distribuzione.

(2) Localepurge: che si trova sempre nei repository di LinuxMint ci permette, invece, di indicare quale lingua e di solito utilizzata nel sistema (è consigliabile lasciare oltre all'italiano anche l'inglese) per poi rimuovere successivamente tutte le pagine di manuale (man) che non corrispondono alle lingue indicate. Questa programma, una volta settato, si attiva automaticamente ad ogni successiva installazione eseguita con apt-get.

(3)
Consiglio in ultimo una pipe che ci permette di eliminare tutti i file di configurazione non eliminati in precedenza, collegati ad un determinato pacchetto (utile per chi come me ricorda circa 30 secondi dopo di aggiungere l'opzione --purge al comando apt-get remove).

La stringa è la seguente:

sudo dpkg --purge `COLUMNS=300 dpkg -l | egrep "^rc" | cut -d' ' -f3`


La prima parte:

dpkg --purge listapacchetti

rimuove i file di configurazione di tutti i pacchetti indicati. La lista dei pacchetti è ottenuta tramite il comando (seconda parte) passato con i backtick (``) e attraverso delle pipe ( "|" che si occupano, in sintesi, di passare l'output di un comando come l'input di un altro).

seconda parte:

`COLUMNS=300 dpkg -l | egrep "^rc" | cut -d' ' -f3`

sabato 19 giugno 2010

Gnome Do!

Gnome Do fa quello che su un sistema MacOS fa Spotlight: cerca all'interno del vostro PC qualsiasi cosa. E non finisce qui. Grazie alle estensioni può cercare anche online, fra i contatti, sui blog e ha piena compatibilità con tutte le applicazioni Google (Calendar, Gmail, Documents).


Per installarlo bisogna prima aggiungere la repository adatta al nosto sistema:

sudo add-apt-repository ppa:do-core/ppa

poi

sudo apt-get update

e

sudo apt-get install gnome-do-docklets

Ora che abbiamo installato gnome-do lo possiamo lanciare da terminale oppure da

Menù -> Accessori -> Gnome Do

Una volta lanciato il programma questo apparirà come un rettangolo al centro del nostro schermo.




Possiamo cominciare la ricerca semplicemente digitando cosa vogliamo cercare.

Prima di fare ciò, vi consiglio di spuntare nelle preferenze (accessibili attraverso il triangolo bianco rovesciato in alto a destra)

Preferenze -> Generali -> Start Gnome Do al login

e

Preferenze -> Generali -> Mostra icona di notifica

Attraverso plugin potete aggiungere funzionalità alla ricerca (come cercare nelle cartelle e su Gmail).

Potete richiamare velocemente Gnome Do attraverso uno shortcut: Simbolo Windows + Space.

Ultima chicca di questa favolosa applicazione scritta in Mono è la possibilità di aggiungere una barra delle applicazioni al vostro Desktop deliziosamente in stile MacOS: Docky!


ATTENZIONE: Per utilizzare Docky bisogna prima abilitare Compiz!

Per attivare Docky andiamo su preferenze di Gnome Do e attraverso la finestra appearence scegliamo il tema Docky.

Il gioco è fatto!

Per aggiungere o rimuovere applicazioni su Docky basta un semplice drag-n-drop oppure basta cercare con Gnome Do l'applicazione che ci interessa e cliccare il simbolo + che compare sul pannelo.





domenica 13 giugno 2010

Come Installare LinuxMINT da una pennetta USB.

In questo breve post verrà illustrato come con semplicità è possibile installare una distribuzione linux, in questo caso Mint, con una penna USB utilizzando il programma UNetbootin. Questo può essere molto comodo nel caso in cui si possieda un netbook e non si abbia una periferica CD/DVD.

Per svolgere questa operazione abbiamo bisogno di 3 cose:

1 - Un USB driver con più di 1 Gb di spazio;
2 - Un programma per installare il il sistema operativo su USB;
3 - Un BIOS che riconosca una USB all'avvio.

Se si hanno questi tre requisiti, sia che stiamo usando Linux sia che stiamo usando Windows, scarichiamo il programma da questo link:


Se stiamo utilizzando linux è possibile installare il programma in altri due modi:

1- dal gestore dei pacchetti cerchiamo untetbootin;
2 - oppure aprendo il terminale digitare:

sudo apt-get install unetbootin

una volta digitata la password il pc provvederà a scaricare ed installare il programma.

Una volta aperto il programma si ha questa schermata:


A questo punto è molto semplice procedere:

- Inserire nome e versione della distribuzione che si sta caricando nella prima riga.
- Inserire il path per dire al programma dove si trova il .ISO che stiamo caricando.
- Infine specificare la periferica dove si vuole caricare il .ISO.

Dopo aver premuto OK il programma si avvierà e si avranno le seguenti schermate:

Download del sistema operativo (non c'è bisogno di connessione internet poichè tutto quello che serve è già sul pc)


Estrazione ed installazione del sistema operativo


Quando il programma ha terminato tutte le sue operazioni riavviare il sistema e far partire l'avvio da USB.

venerdì 11 giugno 2010

Virtualizzare Windows su LinuxMINT (parte 1/2)

Capita spesso che non si riesca ad utilizzare esclusivamente Linux a causa di un programma al quale non possiamo assolutamente rinunciare e del quale non esiste una versione Linux. A questo scopo ci viene in aiuto il concetto di virtualizzazione. Questo significa non emulare le librerie del nuovo sistema all'interno di LinuxMINT (come fa ad esempio il progetto Wine) ma installare nel vero senso della parola un secondo sistema che "gira" sul sistema principale.
Nulla di complicato, almeno per l'utente finale! Il tutto è relativamente semplice grazie a VirtualBox.

Scarichiamo dal sito di Oracle la versione che ci interessa (sconsiglio di utilizzare la versione OSE che si trova nei repository poiché in essa è più difficoltoso far funzionare le periferiche della macchina vituale, quali ad esempio le porte usb).

Il file scaricato sarà un .deb. Per installarlo sarà sufficiente aprirlo con doppio click del mouse.

Dopo aver installato il programma facciamolo partire e dalla schermata di avvio possiamo creare la nuova macchina virtuale e il nuovo disco virtuale nel quale installare il nuovo sistema operativo virtuale.

(nell'immagine compare già il mio Winzoz installato e configurato!)

Prima creiamo la macchina cliccando su Nuova e seguendo il wizard di creazione:


poi creiamo il disco virtuale sul quale installare il nostro nuovo sistema operativo virtuale (nel caso già ne esistesse uno basta utilizzare "Usa disco fisso esistente")


(consiglio di creare un disco con espansione dinamica)



Prima di passare all'installazione vera e propria vi consiglio di ampliare la memoria grafica in uso al nuovo sistema operativo (soprattutto se questo è un sistema Windows):


Alziamo il valore della Memoria video ad un minimo di 64 MB (il minimo nominale per un buon utilizzo è 32 MB).

Perfetto, la nostra macchina virtuale è pronta per essere installata. La cosa più interessante di VirtualBox è che ogni macchina ed ogni disco si trovano nella partizione di /home: questo significa che nel caso di un malfunzionamento del sistema o di un ripristino di quest'ultimo (ad esempio attraverso una nuova installazione!) tutti i nostri dischi sono sani e salvi insieme ai nostri dati.
Sia i dischi che le macchine li potete trovare a questo indirizzo:

~/.VirtualBox/

Nella prossima parte del tutorial installeremo un sistema Windows e vedremo la migliore configurazione della nostra macchina virtuale per utilizzare un programma di grafica abbastanza "pesante" come Adobe CS4.